chelsea 012“Anche ai rigori vince quasi sempre chi lo merita”. Quante volte avete sentito Arrigo Sacchi citare questa sua massima? Delle parole del saggio di Fusignano non voglio certo dubitare, ma a me pare che la sapienza dei giornalisti nei commenti post partita dimostri in realtà l’implicazione inversa: se hai vinto ai rigori, allora hai giocato meglio.

Se Olić e Scweinsteiger avessero segnato o se Čech si fosse scoraggiato dopo essersi fatto passare sotto il corpo il rigore del suo collega Neuner, staremmo qua a glorificare il Bayern in grado di vincere in casa la sua quinta coppa dalle grandi orecchie, nonostante il peso di una rimonta subita all’88’ e del rigore sbagliato da Robben nei supplementari. E avremmo accusato Di Matteo di difensivismo, senza lodare il suo acume tattico ben evidente nella decisione di schierare Bertrand invece di provare a giocare in undici sin dal primo minuto. Ma in fondo il calcio è una scienza esatta, basta parlare sempre a risultato acquisito e stavolta il risultato lo ha acquisito il Chelsea in una partita non bella, ma dal finale che non ti aspetti, come altre finali che l’hanno preceduta.

schwanni-dopo-lo-sbaglioIl Bayern parte meglio, il Chelsea arretra quasi subito e ringrazia la sorte per il colpo di istinto di Čech, che di piede spinge il destro di Robben ad accarezzare l’incorocio, e per Gomez, che per fortuna degli inglesi è il centravanti avversario. Drogba fa reparto da solo e a metà ripresa impensierisce la retroguardia avversaria, poi gli ultimi assalti Bayern e il meritato vantaggio: sul traversone dalla sinistra di Kroos, Thomas Müller schiaccia di testa e beffa il portierone ceco, scavalcato dal pallone dopo il rimbalzo. È il minuto 83 e Heynckes fa uscire l’autore del gol per cautelasri. Così il Chelsea pareggia: imperioso stacco di Drogba su corner di Mata.  I supplementari durano fino al momento in cui Drogba, fin troppo generoso, azzoppa nella sua area Ribery. Il rigore di Robben è parato da Čech, il francese esce per infortunio e il Chelsea capisce che è meglio tornare a congelare la partita. Ai rigori l’epilogo già raccontato con penalty decisivo di Drogba.
L’ultima immagine è per John Terry, che alza la coppa senza scivolare, e per Di Matteo, che in tre mesi ha rimesso a posto una squadra disastrata, eliminato il Barcellona, vinto la F.A. Cup, portato per la prima volta la Champions a Londra e ora forse andrà via perché il pallone è in mano a gente competente come Abramovič che misura le capacità dai singoli dall’entità dello stipendio che riescono a spillargli.

federico